Il decimo uomo
Dieci monaci, lasciato il monastero e il loro vecchio maestro, viaggiavano insieme alla ricerca di un’illuminazione che credevano di non aver raggiunto.
Mentre attraversavano un fiume in piena, furono separati dalla corrente.
Quando ebbero guadagnato, come poterono, l’altra sponda e riuscirono a riformare il gruppo, uno di loro contò i compagni per assicurarsi che si fossero salvati tutti.
Ma purtroppo ne contò solo nove.
Ciascun monaco rifece il conto, e il risultato fu sempre nove.
Mentre piangevano pensando al fratello annegato, un viandante che si recava al villaggio vicino, domandata la causa di quei lamenti, assicurò loro che erano dieci.
Ogni monaco rifece ancora una volta il conto e tornò a insistere che erano in nove.
Il viandante, non riuscendo a convincerli, si allontanò verso il villaggio.
Allora, uno dei monaci si inginocchiò su una roccia in riva al fiume per lavarsi il volto rigato di lacrime. Vedendo il proprio riflesso nell’acqua, tornò di corsa dai compagni annunciando di aver trovato il povero fratello annegato.
A uno a uno i monaci andarono a inginocchiarsi sulla roccia e guardarono l’acqua commossi.
Quando tutti ebbero visto la vittima, che non potevano salvare perché era in fondo al fiume, celebrarono un rito funebre in suo onore.
Il viandante, tornato dal villaggio, vedendo quel che facevano, assicurò loro che, avendo celebrato il loro rito funebre e anche quello di ciascuno dei loro compagni, erano tutti morti.
Nell’udire questo, i dieci monaci si illuminarono e tornarono al monastero per la gioia del loro vecchio maestro.
Il decimo uomo
A te l’interpretazione di questa piccola favola di saggezza.
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